News | ||
--------------------------------------------------------------------- Per me questi o quelli pari sono Archivio personale di Fabrizio Mario Lo Monaco: Articolo inviato a Leonardo Facco in occasione della fondazione del Movimento Libertario da lui fondato a cui io inizialmente aderii con questo articolo che Leonardo Facco ”tenne in chiaro” per differenti anni per forse costituire giusto capro espiatorio afavore degli intolleranti di tutte le specie nel il diffuso clima di intolleranza che già allora si levava sordo contro i “ liberi pensatori” di “tutte le razze”. Per me gli uni o gli altri pari sono.
E’evidente che lo Stato è oggetto di uno scollamento morale e politico. Ciò è avvenuto perché si è voluto anteporre la politica al diritto, all’economia e alla morale . E con ciò si è determinata una politicizzazione della società i cui effetti deleteri sono sotto gli occhi di tutti. Ma la delusione di chi ha creduto nella possibilità di introdurre un minimo di liberalismo economico nelle logore istituzioni politiche è palpabile. Ciò è vero specialmente per chi ha scambiato il nazionalismo economico di Silvio Berlusconi e company ( che è ben visibile nella posizione presa nella vicenda Alitalia) con il principio di un vero liberismo del lassaiz-faire. Il principio del libero mercato che non è governato dalla politica ma che si auto-regola e che è alla base di qualunque visione liberale, non ha niente a che vedere con il protezionismo professato a piene mani dal Prof. Giulo Tremonti. Inoltre le caratteristiche smaccatamente populistiche degli atteggiamenti del leader del PDL nei suoi rapporti con il suo elettorato e con la platea politica in generale , riflettono un politica caratterizzata esclusivamente dalla cura per propri esclusivi interessi contrabbandati per interessi generali. Nella scorsa legislatura, con il governo del centro destra, ciò è avvenuto con un cura per il dettaglio e per “lo particolare” inteso come esclusivo interesse di parte. L’effetto è stato una valanga di leggi e leggine legiferate per schivare la mannaia della giustizia che hanno finito per premiare solo l’interesse del clan del Cavaliere e per rendere sempre più incerta l’efficacia del diritto. Inoltre il governo del centro destra ha ampliato il deficit dello Stato oltrepassando abbondantemente il limite del 3% del Pil ma solo per assecondare gli interessi degli amici degli amici. Silvio Berlusconi inoltre ha portato avanti un politica legislativa fatta di leggi atte solo a difendere gli interessi suoi e dei suoi avvocati. Egli ha poi tentato di governare un miracolo economico sbandierato nella precedente campagna elettorale come se esso fosse lì dietro l’angolo, producendo una inflazione legislativa che ha peggiorato la stessa efficacia delle leggi . In realtà più che di miracolo economico il governo del Cavaliere, tutto preso a fare lo slalom tra le mille insidie postegli dai coabitanti del Palazzo, ha assistito inerme alla stagnazione più lunga del dopo guerra. Ma questa non giustificava affatto un politica fiscale espansiva fatta di meno entrate e più spese. Semmai sarebbe stato accettabile ridurre il peso fiscale ma non incrementare anche le spese. La conseguenza è stata l’adozione di una politica di deficit spending di tipo keynesiano spacciata per una politica di riduzione dell’imposte per galleggiare in situazione di stagnazione e per non prendere provvedimenti di lungo periodo come una seria riforma delle pensioni (passaggio dal sistema attuale parzialmente contributivo ad un sistema a capitalizzazione più flessibile di quello attuale) o una più efficace politica energetica. In realtà le imposte si sono ridotte ma non si è fatto altrettanto con la spesa. Il risultato è stato un peggioramento del deficit di bilancio dello Stato con le solite conseguenze inflazionistiche accentuate anche da una politica monetaria espansiva adottata dalla Banca centrale europea in funzione anticiclica. La stagnazione ( della scorsa legislatura del centro destra) del governo di Silvio Berlusconi è durata esattamente quanto è durato il suo governo! Ma oltre all’effetto della stagnazione il paese ha dovuto pagare anche un peggioramento delle condizione di bilancio che poi il governo Prodi “ ha provveduto” a far pagare agli italiani in termini di maggiori imposte. In sostanza l’uno ha speso prima quello che l’altro ha incassato dopo . Mentre l’Italia rimaneva al palo a guardare gli altri paesi che crescevano di più mentre a noi rimanevano solo le briciole della ripresa economica. Purtroppo per quanto riguarda l’onorevole Silvio Berlusconi è noto a tutti che egli ha una cultura da manager di azienda ed è completamente a digiuno dei più elementari principi di economia liberale. Se egli avesse soltanto leggiucchiato Friedrich August von Hayek (premio Nobel per l’economia nel 1973) avrebbe imparato a capire la differenza tra legge e legislazione. Egli avrebbe potuto capire che esiste una relazione inversa tra questi due istituti giuridici. Se la legislazione aumenta, come è avvenuto nel suo governo, la legge si svilisce. In sostanza il diritto è come la moneta. Più se ne emette attraverso la legislazione meno esso vale agli occhi dei singoli. Meno esso ha efficacia! Ma questo è solo un esempio delle sue lacune in tema di diritto e di economia che egli evidentemente si porta dietro dagli anni universitari. Inoltre i numerosi monopoli di Stato (ossia tutte le public company che si sono solo privatizzate e non anche liberalizzate e continuano ad essere partecipate in modo rilevante da parte dello Stato) sono rimasti tali senza intaccare minimamente le loro rendite di posizione costruite sui privilegi assegnati dai vari governi che si sono succeduti senza che nessuno provvedesse a porvi seriamente mano. Tutte queste lacune l’onorevole Silvio Berlusconi se le porta evidentemente dietro dai suoi studi universitari. Si sa le università sono un terno al lotto e basta avere i numeri giusti per fare l’ambo. Egli evidentemente è nato sotto una buona stella e anche l’università l’ha fatta senza fare inutili sacrifici. La sua vicenda professionale inoltre è nota a tutti. Egli nacque sulla base della strategia politica dell’onorevole Bettino Craxi che lo finanziò per contrastare la democrazia cristiana sul piano della comunicazione oltre che su quello dei grandi appalti edilizi. Egli in definitiva è un socialista che ha subito una sorta di metamorfosi per salvarsi dalle numerose vicende giudiziarie nelle quali era incorso a seguito del crollo della prima Repubblica. Ora in sostanza abbiamo a che fare con un “socialista di destra” che è un’ autentica contraddizione in termini. Ecco dunque svelato l’arcano delle numerose bufale che questo curioso personaggio ha regalato al paese in termini di pensiero politico liberale. Il Cavaliere è un ossimoro! In sostanza egli è una cosa e il suo contrario. In barba alla logica aristotelica egli ne ha sovvertito il primo principio: il principio di non contraddizione. Quello che vediamo della sua azione politica è solo la logica conseguenza di questa immane incongruenza. E’ evidente dunque come il nostro Bel Paese sia arretrato in termini di cultura politica a causa di questo errore sintattico che caratterizza il lessico politico della seconda Repubblica. In sostanza si sta giocando con le carte truccate. Quelli che dicono di essere liberali sono in realtà dei vecchi revanscisti socialisti e quelli che sostengono di essere democratici ( perché temono di dichiararsi socialisti per valutazioni di tipo elettorale) sono liberali di stampo continentale ( essi sono in sostanza liberali alla Rousseau, alla Voltaire ). In una tale situazione il liberalismo classico (quello che pone dei limiti al governo e non ne ingigantisce l’azione sino a renderlo onnipotente) e che pone il libero mercato come cardine dell’economia, in Italia è solo un miraggio che appare nelle menti di pochi “stralunati” ( gli epigoni della Scuola austriaca). Ma è evidente che in questo modo il declino è inevitabile . Infatti l’unica medicina di cui l’Italia necessita ( il libero mercato senza lacci e lacciuòli imposti dalla politica) non sono in grado di somministrala né i seguaci del Cavaliere né i seguaci del Vecchio Curato. Per la verità costui sebbene sia manifestamente un economista socialista paradossalmente è più liberale del Cavaliere almeno in termini di liberalismo politico ma la sua politica economica appartiene oramai alla cassetta degli attrezzi vecchi di tipo keynesiano. E questo vale anche per i suoi seguaci come Walter Veltroni che piuttosto che tentare di svecchiare la nomenklatura del partito ( la qual cosa può apparire per certi versi ammirevole) dovrebbe svecchiare il vecchio armamentario della politica keynesiana di cui il Pd e i suoi più accreditati esponenti sono ancora i più ostinati teorici ( la proposta sul salario minimo garantito per “alleviare” il precariato ne è l’esempio più evidente). Il Vecchio Curato tuttavia in termini di liberalismo politico è più “ avanti” del Cavaliere che si dice “ultra-liberista” ( a chiacchiere) ma che in realtà disconosce con i suoi attacchi alla magistratura ( che per la verità alcune volte appare essere eccessivamente politicizzata!) i principi stessi della democrazia di cui si fa fiero portatore nonostante nelle sue ultime sortite egli si sia dichiarato un monarchico ed un anarchico al tempo stesso. E questo è un altro esempio lampante delle sue contraddizioni : ci vuole poco a capire che l’anarchia è assenza di potere mentre la monarchia è il suo opposto! In realtà ancora una volta io dubito che il Cavaliere abbia almeno maneggiato l’introduzione di un libro che costituisce la somma teologica del liberalismo politico ed un manuale indispensabile per chi tiene alle sorti della democrazia. Questo libro si intitola “De l’esprit des lois” (Lo spirito delle leggi). Il suo autore è un studioso dei sistemi democratici . Egli è Charles-Locus De Secondat barone de
-- Il valore di una merce non dipende dalla sua natura, ma dalla stima degli uomini, anche se quella stima è folle. (Diego De Cavarubbias) -- La proprietà è una conseguenza necessaria della natura dell'uomo. (Claude Frédéric Bastiat) -- La tassa migliore è sempre la più leggera. -- L'economia si occupa dei problemi fondamentali della società; interessa tutti e appartiene a tutti: è il principale e specifico studio di ogni cittadino. (Ludwig von Mises) --
|
||
I Mission I News I Servizi I Contatti I Consultazione I Acquisti I | ||
2005 Copyright © Fabrizio Maria Narciso |
||